Mist3ri

Firenze: l’U.F.O. “Dipinto”

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Firenze: l’U.F.O. “Dipinto”

Nella sala di Ercole è custodita una Madonna rinascimentale chiamata popolarmente Madonna dell’Ufo per via di un oggetto volante “non identificabile” dipinto nel cielo sullo sfondo.

Si tratta di un qualcosa grigio che emette dei raggi dorati, al quale guardano due figurine sullo sfondo.

Madonna ufo

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Non vi è visitatore al mondo che parta da Firenze, senza aver visto Il Palazzo della Signoria , più noto come Palazzo Vecchio da sette secoli ed oltre simbolo del potere civile della città di Firenze.

Eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, il supremo organo di governo della città, nel corso del tempo è stato oggetto di numerosi interventi di ampliamento e trasformazione.

Il suo aspetto attuale si deve in massima parte alle grandiose opere di ristrutturazione e decorazione degli interni che vi furono eseguite nei decenni centrali del XVI secolo, per adeguarlo alla nuova funzione di reggia ducale alla quale Cosimo I de’ Medici lo aveva destinato.

Ma non vogliamo dilungarci più di tanto sull’architettura superba di questo palazzo che giustamente è oggetto di attenzione ed ammirazione in tutti i libri di storia dell’arte pubblicati nel mondo.

Desideriamo piuttosto concentrare l’attenzione su una delle tante opere esposta nel museo del palazzo della Signoria: la Madonna con Bambino e San Giovannino, esposta per l’appunto nella Sala di Ercole a Palazzo Vecchio a Firenze, ed attribuita spesso a Filippino Lippi.

Secondo gli storici dell’arte l’attribuzione è invece incerta, alcuni propendono per il cosiddetto “Maestro del Tondo Miller”, altri invece, seguendo la descrizione della scheda del Museo, indicano Sebastiano Mainardi o Jacopo del Sellaio.

Da molti è definita comunque la “Madonna dell’UFO” o “Madonna del disco volante. Quale è la ragione di questo inusitato accostamento? Il motivo è che nella scena in alto a destra compare, dietro le spalle della Madonna, la testimonianza di un “incontro ravvicinato” con un oggetto volante non identificato.

Nella scena in questione vediamo un personaggio che, con una mano sulla fronte, guarda verso una apparizione nel cielo.

Con lui è un cane e anche l’animale guarda verso lo strano oggetto Gli ufologi trovano in questo celebre dipinto la conferma dell’esistenza sin dal passato di oggetti non identificati cioè gli UFO.

Secondo gli storici dell’arte invece quell’oggetto non sarebbe altro che la “nube luminosa” descritta nell’apocrifo Protovangelo di Giacomo, che avrebbe illuminato la scena della Natività.

Il dibattito è aperto e certamente non si giungerà ad alcuna conclusione certa, Di certo vi è soltanto che ci troviamo di fronte ad una mirabile opera pittorica che si fa ammirare anche per il curioso oggetto che libra in cielo.

Quando si parla di ufologia generalmente va menzionato il signor Kenneth Arnold, l’uomo che il 24 Giugno 1947 dichiarò pubblicamente di aver visto dei “dischi volanti” mentre era in volo sul Monte Rainier, Washington.

Questo episodio non solo è stato. l’inizio di una lunga serie di “casi ufologici”, ma è soprattutto servito a dare inizio a uno studio approfondito del problema; studio che tra l’altro ha portato alla scoperta di numerosi reperti che fanno pensare ad una origine molto più antica, delle “manifestazioni UFO”.

Ce Io testimonierebbero le raffigurazioni di strane creature caratterizzate dall’abbigliamento assimilabile a scafandri o tute che ricordano quelli usate dai nostri moderni astronauti: dal cosiddetto “astronauta di Palenque” ai graffiti rilevati da Aimé Michel nelle grotte franco-cantabriche, che mostrano strani oggetti a forma di piatto che volano lasciando dietro di sé una scia; e potremmo continuare all’infinito.

Questi ed altri reperti fanno presagire ad uno stretto legame tra l’uomo e creature estranee in vari momenti della nostra storia.

Avvicinandosi al nostro secolo e all’argomento che intendiamo trattare è interessante notare come numerosi pittori, anche di una certa fama, hanno realizzato alcune opere con presumibili contenuti ufologici.

  Madonna_disco_volante 

Madonna_PalVecchio 2

Il quadro è appeso in un angolo di una piccola sala all’ultimo piano di Palazzo Vecchio, sede di uno dei più prestigiosi musei della Toscana e d’Italia .

Si tratta di un “tondo”, le cui dimensioni (diametro circa 1 mt.) e la cui cornice di legno, intarsiata e dorata a formare un elegante motivo di fiori e frutta (dominante dalla metà del ‘400), lo ascrivono certamente ad un ambito di committenza privato.

Vi sono raffigurati: la Madonna, Gesù e San Giovannino, inseriti in un paesaggio campestre sullo fondo del quale si scorgono due pastori (non uno, come si dice di solito), un cane e un piccolo gregge.

Fin qui, niente di strano: centinaia di opere come questa furono realizzate dalle attive botteghe fiorentine del ‘400 per arredare le case di facoltosi mercanti, banchieri, nobili ed ecclesiastici della Toscana.

Eppure qualcosa di strano c’è: che cosa stanno infatti osservando il pastore in piedi e il cane che siede vicino a lui? Lontano, nel cielo sopra di loro, compare uno strano “oggetto volante” dal colore plumbeo e dalla forma ovale; l’oggetto sembra in movimento ed ha una corona di sfere in basso, mentre in alto è caricato da alcune sporgenze puntute, simili ad antenne.

Un UFO? All’epoca in cui il dipinto è stato realizzato non esistevano certo macchine volanti (anche se di lì a poco Leonardo da Vinci, 1450-1519, avrebbe cominciato a progettarne!).

E’ comunque da escludere che il pittore di questo quadro (un allievo di Filippo Lippi?) avesse un’idea di cosa fosse un Ufo; anzi, si può essere quasi certi che a quel tempo nessuno potesse ipotizzare l’esistenza degli extra-terrestri.

D’altra parte, però, che l’oggetto volante possa essere collegato al soggetto generale del dipinto, mi sembra altrettanto improbabile: cosa può legare il gruppo sacro di Maria, Gesù e San Giovanni con lo strano evento che si consuma lontano, alle loro spalle? La curiosità e i gesti del pastore, il quale con una mano si copre la fronte per vederci meglio, non sembrano consoni a un evento mistico o religioso.

Ma anche se così fosse, se cioè l’oggetto misterioso rappresentasse una metafora a sfondo sacro, com’è possibile che un pittore del ‘400 abbia scelto di coinvolgervi l’attenzione e la curiosità di un cane? Il dipinto è stato analizzato diverse volte, sia in Italia che negli Stati Uniti: non ha subito ridipinture o altri interventi, insomma non sarebbe una “bufala”.

Nel 1978 un architetto si accorse, per primo, del curioso oggetto “volante” dipinto nel quadro; da allora gli ufologi lo hanno preso a emblema dell’avvistamento di Ufo anche in epoche passate mentre gli scettici sono rimasti tali.

I primi sostengono che il pittore abbia voluto riprodurre sulla tavola un evento straordinario capitatogli in precedenza o che lo stesso pittore, che qualcuno identifica in Filippo Lippi, fosse così stravagante da inserire capricciosi oggetti nelle sue opere.

Madonna_PalVecchio_nube

Madonna_PalVecchio_Past_Nube  Madonna_PalVecchio_Pastore

Madonna_PalVecchio_Stella

 

Queste tesi a mio avviso non reggono, prima di tutto perché in questo quadro non c’è la mano di Lippi, semmai di un suo allievo; ma c’è un altro motivo: nel ‘400 tutti i quadri erano realizzati su precisa commissione, e i committenti erano spesso raffinati, sempre esigenti: erano loro a indicare all’artista ciò che doveva comparire nel quadro: nessun artista si sarebbe preso la licenza di inserire nel dipinto un elemento tanto bizzarro quanto ingombrante come un disco volante (o qualunque cosa sia!).

Se proprio vogliamo divertirci a fantasticare, dobbiamo semmai interrogarci sul committente: immaginiamo che un ricco mercante del ‘400 si trovi in aperta campagna insieme al proprio cane – magari durante una battuta di caccia – e che si trovi ad assistere al passaggio di uno scuro oggetto volante… Il bagliore del sole è talmente forte da obbligarlo, per non esserne abbagliato, a coprirsi la fronte con il palmo della mano.

Immaginiamo che, una volta tornato a casa con il cuore in gola, convinto di aver assistito ad una manifestazione divina, si rechi dopo qualche giorno da un bravo pittore e gli chieda un’opera devozionale con Gesù, Maria e San Giovanni (che tra l’altro è il santo protettore di Firenze…), e in cui compaia anche l’evento “trascendente” cui ha assistito.

Così da non dimenticarlo: come una foto, ma in differita. Potrebbe essere andata così o in mille modi diversi; tuttavia, secondo me, la chiave dell’enigma è nel committente, dal quale però ci separa un silenzio di cinque secoli.

In fondo è meglio così: che si tratti di un Ufo o di una meteora, che gli Extra-terrestri siano arrivati o meno nella Toscana del ‘400, una cosa è certa: senza quel suo strano oggetto volante, il quadro non avrebbe avuto l’ottimo restauro che invece gli è stato dedicato e probabilmente ora non sarebbe esposto in una sala del prestigioso museo di Palazzo Vecchio.

Io, poi, non avrei potuto parlarvene.

 

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